Psoriasi

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COS’ È

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle ad andamento recidivante e remittente. Il termine “psoriasi” deriva dal greco greco psora, che significa squama.
Non è infettiva nè contagiosa. Generalmente è caratterizzata da chiazze eritematose, cioè arrossate, ricoperte da squame biancastre, che si localizzano simmetricamente in alcune sedi tipiche come gomiti, ginocchia e cuoio capelluto. E’ una malattia in cui entrano in gioco fattori genetici di tipo ereditario ma anche fattori ambientali e psico-emotivi scatenanti.
Oltre ad interessare la pelle , la psoriasi può coinvolgere molteplici altri organi e apparati (ad es. articolazioni e sistema cardiovascolare). Imprevedibile per quanto riguarda la storia naturale e la sua eventuale progressione, si può presentare in varie forme cliniche, con l’insorgenza di lesioni che possono essere classificate per gravità o per tipologia.
Ad oggi esistono molte opzioni terapeutiche con cui è possibile tenere sotto controllo la malattia.

CHI COLPISCE

La psoriasi è fra le malattie dermatologiche più frequenti. Interessa l’1-5%% della popolazione mondiale con una prevalenza che, in Italia, raggiunge il 3,1%.
Può presentarsi a qualunque età anche se, più comunemente, si manifesta in una fascia di età compresa tra i 10 e i 40 anni, con picchi di maggiore frequenza al momento della pubertà e della menopausa.
Nei soggetti di razza caucasica colpisce il sesso maschile e quello femminile con uguale frequenza.

COME SI MANIFESTA

Le lesioni possono potenzialmente interessare ogni zona del corpo.
Nella forma più caratteristica la psoriasi si presentano come chiazze o placche eritematose ben delimitate e ricoperte da squame di colorito bianco-argento di vario spessore, che compaiono, in genere, in maniera simmetrica. Vi sono comunque diverse forme di psoriasi, distinte a seconda delle loro peculiari caratteristiche:
Psoriasi a placche
E’ la forma classica, costituendo l’80% di tutti i casi di psoriasi. E’ caratterizzata dalla predilezione per alcune sedi: le superfici estensorie degli arti, in particolare gomiti e ginocchia, il cuoio capelluto, la regione lombo-sacrale, il palmo delle mani, la pianta dei piedi; il volto è interessato di rado. Insorge generalmente nella seconda o terza decade di vita.
Psoriasi Guttata
E’ caratterizzata dalla comparsa eruttiva su tutta la superficie corporea, di numerose lesioni a forma di goccia (guttata = a forma di goccia), che vanno incontro a desquamazione, con relativo risparmio di volto e cuoio capelluto.
Colpisce soprattutto i giovani dopo un’infezione streptococcica, di solito tonsillare, accompagnata da malessere generale e dolore alle piccole articolazioni.
Psoriasi Pustolosa
E’ una forma rara, tra le più gravi, caratterizzata dalla comparsa isolata di numerose pustole a capocchia di spillo sulle chiazze eritematose. Di questa forma si conoscono due varietà, una localizzata soprattutto in sede palmo-plantare (Barber) e una diffusa (Zumbusch), più grave, che compromette gravemente le condizioni generali del paziente con febbre elevata, brividi, sensazioni di bruciore, squilibri idroelettrolitici con riduzione dell’ albuminemia.
Psoriasi Inversa (delle pieghe)
Relativamente frequente, ha una localizzazione “inversa” rispetto alla classica, interessando le pieghe inguinali, ascellari e dei gomiti. La cute si presenta intensamente eritematosa, liscia, a limiti netti, mentre la componente desquamativa è minima o assente.
Psoriasi Eritrodermica
E’ la forma più grave; si manifesta con febbre ed interessamento di tutta la cute, che appare molto arrossata per l’intensa vascolarizzazione. Lo stato generale del paziente può essere seriamente compromesso, a causa di disturbi nella regolazione della temperatura corporea, disidratazione e squilibri elettrolitici, cui va spesso incontro. Colpisce più frequentemente i soggetti di sesso maschile e l’età di insorgenza è in media intorno ai 50 anni.

COME SI FA LA DIAGNOSI

La diagnosi di psoriasi è generalmente basata sul caratteristico aspetto delle lesioni cutanee. Non sempre però è facile diagnosticare tale patologia dal momento che vi sono altre malattie il cui quadro clinico presente diverse similitudini.
Oltre all’ esame obiettivo, gli strumenti utilizzati dal medico per la diagnosi sono la raccolta dei dati anamnestici e le indagini di laboratorio.
L’anamnesi permette la valutazione di parametri importanti quali durata, localizzazione ed estensione della patologia, familiarità ed eventuale presenza di fattori che possano aver scatenato il processo patologico.
Generalmente l’esame obiettivo e la raccolta dei dati anamnestici sono sufficienti a porre la diagnosi di psoriasi, ma, nel caso sussistano ancora dubbi, è possibile ricorrere a indagini di laboratorio quali la biopsia della cute e la tipizzazione linfocitaria.
In base all’osservazione delle zone colpite dalla psoriasi il medico distinguerà il grado di gravità della malattia in lieve, moderato, moderato-grave e grave.
Inoltre, poiché la psoriasi può associarsi ad altre malattie, dette comorbidità (link), è necessario, una volta accertata la diagnosi, valutare anche l’eventuale compresenza di tali condizioni.

QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO

La psoriasi è una malattia complessa, alla cui eziopatogenesi (l’origine e i meccanismi determinanti la patologia) concorrono sia fattori genetici ereditari che fattori ambientali. Fino ad oggi, non possiamo parlare di vere e proprie cause della psoriasi ma di fattori di rischio scatenanti. Consideriamone alcuni.
Alimentazione e stili di vita: anche se non è ancora stata dimostrata sicuramente una relazione diretta di alcol e fumo con lo scatenamento della psoriasi, i pazienti affetti da forme gravi di malattia sono spesso consumatori di bevande alcoliche e forti fumatori; essi inoltre seguono una dieta particolarmente ricca di proteine di origine animale.
Disordini metabolici: uno stato di ipocalcemia (carenza di calcio nel sangue) determinato da diverse cause, compresa la dialisi, è spesso considerato fattore di peggioramento della psoriasi.
Fattori ormonali: la comparsa di psoriasi o una sua esacerbazione sono state riscontrate in corrispondenza di fasi particolari della vita dell’individuo, come la pubertà e la menopausa, prospettando così un rapporto con il decorso della malattia.
Farmaci: quali litio (antidepressivo), beta-bloccanti (antiipertensivi), antimalarici, indometacina, salicilati, composti iodati, possono agire da fattori scatenanti, mentre gli steroidi assunti per via sistemica possono indurre una eruzione psoriasica acuta al momento della sospensione o riduzione del dosaggio.
Traumatismi: meccanici (abrasioni, grattamenti, iniezioni, punture d’insetto, tatuaggi e così via), fisici (basse temperature), chimici (contatto con sostanze irritative) o di altra natura, sono riconosciuti come responsabili del “fenomeno di Koebner”, ossia della comparsa di lesioni psoriasiche, anche a distanza di tempo, su cute apparentemente sana.
Fattori emotivi stressanti: sono ritenuti importanti nel condizionare la storia della malattia. Negli individui predisposti, qualsiasi evento psico-emotivo di un certo rilievo può peggiorare la malattia o addirittura renderla manifesta.
Clima: In genere il sole e il clima caldo migliorano la psoriasi, talvolta però si assiste a peggioramenti, a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti, soprattutto in soggetti fotosensibili con pelle chiara.

RUOLO DELLA GENETICA

Psoriasi-ruolo della genetica

La psoriasi non può essere considerata una malattia genetica nell’accezione classica del termine, bensì una malattia multifattoriale. La predisposizione genetica, infatti , non coincide con la certezza di ammalarsi, ma indica un rischio 10 volte superiore, rispetto alla popolazione generale.
La predisposizione genetica alla psoriasi non dipenda da un solo gene, ma dall’interazione di più geni che concorrono a determinare la vulnerabilità alla malattia. Sembra che vi siano regioni cromosomiche di suscettibilità (ovvero regioni all’interno delle quali ricercare il gene di interesse) dotate di un effetto più forte e altre che ne hanno uno minore. I possibili geni responsabili si trovano sui cromosomi, 1, 3, 4, 6, 7, 19. In particolare, il gene più intensamente studiato è l’ HLA-C, situato sul cromosoma 6 e responsabile della risposta immunitaria.
L’identificazione dei geni responsabili della suscettibilità è utile a migliorare la comprensione delle basi della psoriasi, al fine di disporre di nuovi bersagli contro i quali sviluppare farmaci e terapie più efficaci.

 

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DONNE IN GRAVIDANZA

Donne in gravidanza
La psoriasi non causa generalmente problematiche a livello di funzionalità riproduttiva.
Le donne spesso temono che la gravidanza possa influire negativamente sullo stato della loro malattia, aggravandone la sintomatologia. In realtà, è generalmente vero il contrario, anche se in effetti non esiste un trend omogeneo in tal senso.
Non esistono ancora dati concreti sul rapporto intercorrente tra fluttuazioni ormonali tipiche della vita fertile (e della gravidanza) ed esacerbazioni o remissioni della psoriasi. Tuttavia, è noto, ad esempio, che nei soggetti affetti da psoriasi i livelli di cortisolo, ormone coinvolto nel potenziamento delle difese immunitarie e con una spiccata azione anti-infiammatoria, sono molto bassi. Durante la gravidanza, invece, l’organismo produce una maggiore quantità di questo ormone e proprio tale temporaneo innalzamento potrebbe agire sulla psoriasi, riducendone i sintomi. Anche estrogeni e progesterone sembrano esercitare un ruolo di mediazione nelle reazioni autoimmuni e sembra che contribuiscano a mitigarle.
Mio figlio avrà la psoriasi?
Una delle principali preoccupazioni delle donne affette da psoriasi è quella di poter trasmettere la malattia ai propri figli. Sebbene la psoriasi sia caratterizzata da un’importante componente genetica (link) bisogna ricordare il ruolo svolto da alcuni fattori ambientali quali infezioni, traumi della pelle o forti stress emozionali,  che possono agire come “attivatori” in un soggetto già predisposto a sviluppare la malattia.

Trattamenti farmacologici, sempre vietati?
Allo stato attuale non è possibile definire regole di comportamento certe per tutti i tipi di farmaci per cui, in linea di massima, l’uso di antipsoriasici in gravidanza è sconsigliato. In generale, durante la gestazione andrebbero evitate tutte le terapie assunte per via sistemica (methotexate, retinoidi orali, etc.), limitandosi all’utilizzo di alcuni trattamenti topici (decisamente controindicato  però il tazarotene) o della fototerapia UVB.

Comunque, nel caso si decida di intraprendere una gravidanza, è necessario consultare lo specialista che valuterà il singolo caso decidendo, di volta in volta, se i benefici derivanti dall’assunzione di un farmaco siano superiori agli eventuali rischi.

Spesso, inoltre, non si è a conoscenza del fatto che anche gli uomini dovrebbero prestare attenzione alle terapie che stanno effettuando, in quanto alcuni farmaci possono avere effetti negativi sulla fertilità e, in alcuni casi, provocare danni al feto.

Allattamento
Particolare cautela va impiegata durante l’allattamento, in quanto i trattamenti sistemici sono in grado di passare nel latte materno.  Inoltre, alcune terapie topiche, se utilizzate su ampie superfici, possono essere assorbite a livello sistemico e presentare, quindi, delle controindicazioni . Se ad essere colpita da psoriasi è la zona dei capezzoli, la parte dovrebbe essere trattata con creme emollienti. In ogni caso, la presenza di lesioni in quest’area non crea rischi per il bambino.

BAMBINI

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La psoriasi è una patologia frequente nei bambini, con un picco di età di insorgenza variabile tra i 4 e i 10 anni. La prevalenza è maggiore nel sesso femminile.

Le forme di psoriasi diagnosticate in età pediatrica sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle riscontrate nella popolazione adulta, anche se le lesioni sono più frequentemente pruriginose, di dimensioni minori e meno infiltrate e vi è una prevalenza dell’eritema rispetto alla desquamazione.
Come negli adulti, la forma a placche è quella più frequente, seguita da quella guttata.
Il coinvolgimento del volto nel bambino è di frequente osservazione, variando dal 18 al 46%, ma anche il cuoio capelluto è frequentemente interessato nella psoriasi in età pediatrica.
Nei bambini al di sotto dei 2 anni di età, la psoriasi può comparire nell’area del pannolino, con lesioni a margini netti, eritematose, coinvolgenti le pieghe inguinali.

Rispetto all’adulto, in età pediatrica si osserva una minore prevalenza di interessamento articolare.
Tuttavia, come nell’adulto, anche nel bambino psoriasico è stata evidenziata una maggiore incidenza di comorbidità (link), quali ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, dislipidemie. Tuttavia, l’insorgenza della psoriasi in età pediatrica non incrementerebbe il rischio di comorbidità in età adulta.

Quando si cura un bambino con la psoriasi, è necessario prima di tutto educare sia lui che i suoi genitori sulla natura della patologia. Le terapie della psoriasi pediatrica possono essere topiche o sistemiche. Le forme di psoriasi lieve possono essere spesso curate con la sola terapia topica; nelle forme medio-gravi si può ricorrere, nel rispetto delle condizioni generali del paziente, ai trattamenti sistemici tradizionali (i più comuni: acitretina, ciclosporina, metotrexate) o alla terapia biologica (etanercept, unico approvato per la somministrazione in età pediatrica). Nel prossimo futuro è prevista l’approvazione di altri farmaci biologici da parte della farmacopea internazionale.

CONVIVERE CON LA PSORIASI

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1. Evita l’abuso di alcol ed il fumo e segui un regime alimentare equilibrato. Non esiste un regime dietetico specifico per i pazienti psoriasici, ma la tradizionale dieta mediterranea è un ottimo modello da seguire. (eventuale collegamento a dieta mediterranea)

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2. Mantieniti in forma con un esercizio fisico moderato e controlla il peso corporeo.
Lo sport favorisce uno stato di salute fisica ma anche mentale, attraverso la riduzione dello stress e il miglioramento della propria immagine corporea.
Ricorda che nei pazienti psoriasici in sovrappeso o francamente obesi:
la psoriasi tende ad essere più grave e più resistente alla terapie;
aumenta il rischio di infezioni batteriche e fungine a livello delle pieghe cutanee, come quella sottomammaria;
l’eccesso di peso col tempo tende ad affaticare le articolazioni;
aumenta il rischio di patologie cardio-vascolari, ancor più che nei pazienti psoriasici normopeso.

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3. Misura la pressione arteriosa.

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4. Esponiti al sole in maniera graduale e costante, senza esagerare. Non è necessario recarsi in spiaggia, è sufficiente anche usufruire del balcone di casa o andare al parco. Ciò ti aiuterà a migliorare la tua psoriasi. Ricorda però che anche se generalmente la psoriasi si giova di un’esposizione solare graduale, esiste un piccolo numero di pazienti che, al sole, nota un peggioramento della propria psoriasi. Chiedi sempre consiglio al tuo dermatologo.

5. Evita gli abiti troppo stretti.

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6. Non grattare le lesioni. Questo spesso determina un peggioramento della malattia.

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7. Fa’ attenzione ai traumi fisici, in quanto capaci di indurre la psoriasi.

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8. Mantieni la pelle pulita e idratata e non utilizzare cosmetici o detergenti irritanti.

Convivere con la psoriasi 109. Evita i farmaci che inducono e/o esacerbano la psoriasi, come:

  •  Litio
  • Olanzapina
  • Antimalarici (clorochina, idrossiclorochina)
  • FANS (indometacina, salicilati, fenilbutazone)
  • β-bloccanti
  • ACE-inibitori (captopril, enalapril, perindopril)
  • Candesartan
  • Calcio-antagonisti (nicardipina, nifedipina, nisoldipina)
  • Acetazolamide
  • Terbinafina
  • Metformina, glibenclamide
  • INF-α
  • Digossina
  • Chinidina
  • Amiodarone
  • Clonidina
  • Valproato
  • Nitrazepam
  • Carbamazepina
  • Antibiotici (ampicillina, tetraciclina, cotrimossazolo)
  • Vaccino BCG

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10. Lo stress da solo è incapace di indurre la psoriasi, in quanto quest’ultima è una malattia multifattoriale, condizionata da genetica, ambiente e fattori immunologici. Tuttavia, in molti casi, la psoriasi compare dopo eventi stressanti come incidenti stradali, divorzi, licenziamenti, lutti. Inoltre, la psoriasi stessa genera stress, poiché la pelle riveste un ruolo fondamentale nelle relazioni interpersonali. Quindi, nei limiti del possibile, riduci stress, stati d’ansia e preoccupazioni eccessive.

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11. Affidati sempre alle cure di un medico dermatologo di fiducia, che possa consigliarti e seguirti nelle terapie, in particolare in quelle sistemiche. Pratica le cure con costanza nel tempo e seguendo con attenzione la posologia indicata.
Evita l’auto-somministrazione.